Nei chiostri della chiesa di San Francesco basterà fare pochi passi oltre la lapide che ricorda la giovane Adele e, nell’angolo del secondo chiostro, vicino all’ingresso che conduce all’interno della Chiesa, il visitatore noterà una antica tomba medioevale sormontata da una lunetta che conserva uno dei più antichi, se non il più antico, affresco visibile a Lucca.
Si tratta della tomba datata 1274 che contiene le spoglie del mercante Lucchese Tignosini.
Nelle cronache di San Francesco, redatte nel XVII secolo dall’ archivista del convento, si trovano moltissime informazioni e notizie della fondazione del convento e molte di queste inedite, curiose e a volte, per certi versi, sconcertanti.
La nostra comincia quando il ricco mercante Tignosini, residente nella parrocchia di San Frediano, morì, come si legge, nel 1286. Dichiarò nel testamento di voler essere sepolto nella chiesa di San Francesco, sempre a Lucca. Nell’occasione, dette probabilmente mandato agli eredi di lasciare ai frati una cospicua eredità in danaro, come era costume. Fu così che i fraticelli, una volta composto il feretro all’interno della Chiesa, si apprestavano a vegliarlo per l’intera notte.
Si deve sapere che sino a quel tempo era esclusivo privilegio della parrocchia del defunto seppellire i parrocchiani nella propria chiesa. I potenti agostiniani della basilica di San Frediano pretendevano a maggior ragione tale diritto se la persona da inumare faceva parte della categoria dei ricchi mercanti o nobili signori, pena la scomunica del defunto. Ma, secondo la cronaca, proprio a quel tempo le leggi canoniche in materia di sepolture erano da poco cambiate.
Fatto sta che il padre guardiano di San Francesco sentì bussare al portone del convento.
Una volta aperta la porta si vide letteralmente travolgere da uno “squadrone” di giovani frati agostiniani, che irruppero violentemente nel chiostro come se fossero veri e propri incursori militari. A spinte e minacce gli agostiniani si ripresero il corpo del mercante che, nella chiesa circondato da quattro ceri e vegliato a turno dai francescani, giaceva in pace sperando nella resurrezione. E invece gli agostiniani, spezzando in segno di disprezzo i ceri, se lo portarono di peso in San Frediano.
Lo scandalo fu enorme, tanto che giunse fino a Roma alle orecchie del Vaticano e persino del Papa.
Furono mandati emissari a Lucca per dirimere la questione e, finalmente, fu presa la decisione che il corpo fosse posto nella tomba che vediamo. Tuttavia si noterà che l’iscrizione scolpita che data il sepolcro mostra l’anno 1274. Ben dodici anni prima di quanto dichiarato nelle cronache. Quindi o il cronista si è sbagliato posticipando il decesso del mercante, oppure il previdente uomo d’affari si premunì di farsi fare una tomba ben prima della sua morte, mettendo così le mani avanti, da buon commerciante lucchese.
Tuttavia, al di là di questa curiosa storia dai colori tutti medievali, la vera sorpresa la si riscontra dal punto di vista storico-artistico quando si osserva l’affresco.
Questo mostra al centro della raffigurazione la Vergine Maria che sostiene in grembo Gesù Bambino, nella tipica iconografia duecentesca della “Mater Sapientie” o madre come “contenitore” della sapienza divina. Le figure della madre e del figlio, in questo caso, cambiano postura in maniera inconsueta. Invece che assumere una posizione centrata con lo sguardo ieratico rivolto verso chi guarda, essi rivolgono invece la benedizione alla loro sinistra, verso la figura dello stesso Tignosini, qui raffigurato in ginocchio. Il mercante assume così una importanza da vero protagonista, come un attore sul palcoscenico. Ma è alla sinistra di Maria e Gesù che troviamo la vera sorpresa: San Francesco.
La sorpresa deriva dal fatto che il ritratto qui dipinto sul muro che lo raffigura è sicuramente uno dei più antichi in senso assoluto. Basta fare una rapida ricerca sul web e si constaterà che uno dei primi ritratti è attribuito a Cimabue (1290). Qui ci troviamo di fronte ad un’opera del 1274 se l’affresco è coevo alla tomba. In ogni caso antecedente al 1290. Francesco era morto nel 1226 e canonizzato Santo dalla Chiesa a tempo di record due anni dopo. Certamente qualche anziano frate lucchese lo aveva visto o incontrato quando si fermò a Pescia e poi andò a Pisa. Non è quindi da escludere che il pittore, per realizzare la fisionomia del santo, abbia seguito le indicazioni di chi, circa cinquanta anni prima, lo aveva visto e conosciuto.
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