Dopo i festeggiamenti pisani, certamente apprezzati, il re di Danimarca aveva però un chiodo fisso: Lucca e la bella Maddalena. E tanto fece e tanto chiese che finalmente potè partire per rivedere la città e i luoghi che anni prima lo videro un giovane principe a caccia di avventure galanti.
Giunto a Lucca fu ancora una volta ospitato in casa Mansi a San Pellegrino.
La Republica lucchese questa volta lo volle onorare con un quadro dipinto dal locale artista Domenico Lombardi (visibile in alto) detto il diecimino che ancora si trova alla base della scala interna del palazzo. Le accoglienza anche questa volta furono diplomaticamente calorose (in alto gli anziani lucchesi che escono in corteo dal palazzo pubblico), ma credo che tutta l’atmosfera si sia raffreddata notevolmente quando il sovrano certamente chiese notizie della giovane Maddalena. Con gentile garbo gli fu detto che l’amica di un tempo aveva preso il velo delle suore di clausura presso un convento firentino. Per niente scoraggiato il Re chiese allora, con disarmante semplicità, di poterla incontrare direttamente nella cella del convento. Mi posso ora immaginare le facce dei presenti per tale richiesta. Sconcerto? Incredulità? Irritazione a tanta regale impertinenza? Forse un misto di tutti questi sentimenti aleggiava nelle menti dei ben pensanti nobili lucchesi. Ma la castagna bollente ora passava al Duca di Firenze ed ancor di più al Vescovo di quella diocesi.
Non ci fu niente da fare di fronte alla cocciutaggine del re. Il Duca facendo pressioni sul Vescovo, lo obbligò a concedere una dispensa particolare affinchè il Re danese potesse incontrarla con le modalità che aveva richiesto. Il Re quindi giunse a Firenze. Una targa posta sopra la porta medioevale di San Gallo ricorda l’evento. Le cronache narrano che il re si soffermò in privato nella cella della bella Maddalena per più di un ora. In quel frangente in tutti i monasteri della Toscana le suore pregarano perchè Maddalena convertisse al cattolicesimo il re protestante. Cosa si dissero o cosa avvenne all’interno della cella non è dato sapere. Sappiamo invece che il re uscì in lacrime dall’incontro e dopo quello ve ne furono altri cinque. Come finisce la storia ? Finisce così,con una giovane in convento ed un re che ha continuato a spassarsela nel suo bel regno del nord; non certo come quella di Biancaneve o cenerentola. E quindi alla fine come cantavano quando ero bambino le mie belle fiabe sonore…”Finisce così, questa favola breve se ne va…ma un’altra ne avrete. C’era una volta, il cantafiabe dirà ed un’altra favola comincerà!”.
G.