Chilometri e chilometri passeggiati per strade e piazze della mia città. Porte varcate innumerevoli volte: case, musei, negozi, chiese. Angoli, incroci, logge cortili. Innumerevoli volte vediamo le stesse pietre, spesso le commentiamo ai nostri clienti, spesso le esaltiamo anche con enfasi. Conosciamo molto noi guide turistiche delle nostre città e vogliamo conoscere sempre di più. Storia, persone e fatti del passato e a volte fatti contemporanei. Una sera però, poco prima di varcare la soglia della cattedrale, la luce calda e dorata del sole al tramonto, ha incorniciato la figura rattrappita in un angolo di una donna. L’ avevo vista chiedere l’elemosina di fronte a quel portone molte altre volte, forse per anni, ma come sempre mi era capitato, ero passato oltre. Ora la vedevo sotto quel raggio di sole e mi sembrava un viso antico, una donna di altri tempi e mi sono allora chiesto: Chi è ?
Ora so che si chiama Maria. Maria non parla mai, accenna solo un gentile sorriso se le rivolgi la parola. E’ timida, ma se le scatti una foto (ed io l’ho fatto) è contenta e si mette in posa coprendosi i capelli con il velo pensando di essere più piacevole. Maria ha 45 anni, ma ne dimostra molti di più. Lei come molte altre mendicanti in Italia, è di origini rumene, ma la Romania non l’ha vista più da tanti anni ormai. Pochi mesi fa, subito dopo le nuove disposizioni di legge varate dal governo a proposito di rumeni, ho visto arrivare una volante della polizia. Il poliziotto l’ha chiamata e lei sempre in silenzio, senza fiatare, a capo chino è salita in macchina è l’hanno portata via. Prima di salire però, mi ha guaradato ed io, lo giuro, avrei voluto salire in macchina al posto suo. Non so perchè scrivo queste righe, ma credo che sia importante cercare di conoscere anche queste persone ai margini del nostro lavoro. Debbono essere comunque degni di considerazione. Basta poco; a volte una parola o un semplice gesto amichevole. Non voglio apparire qui uno smelenso sentimentale o un partigiano difensore dei diritti umani (leggete i miei commenti sui rumeni a Pisa), ma voglio conoscere e distinguere. Maria è degna di considerazione; anche quando fa freddo e in silenzio sta di fronte alla cattedrale di San Martino. Martino non gli può dare una parte del suo mantello, noi si.
Vorrei quindi da oggi, appena potrò, ricordare con un breve ritratto le persone che a Lucca, come Maria, credo ne siano degne.
Anch’io ho notato Maria e abbiamo cominciato a salutarci timidamente quando entro in chiesa.
L’ho vista alla stazione prendere il treno con altre sue compagne. Credo che alcuni di loro abitino a Pescia o dintorni, come il suonatore di fisarmonica che sta a volte all’angolo fra S.Martino e S. Giovanni. Non so che mondo ci sia dietro ma è di sicuro inquietante. Ma Maria è più gentile e sorridente di altri che si incontrano anche a Lucca, non ti guarda male se non dai neinte. Io non dico niente ai miei ospiti ma a volte le dò qualcosa, perché non vorrei mai ritrovarmi a chiedere la carità sulla porta di una chiesa, anche se può essere più semplice che studiare o lavorare. Laura G.
Grazie Laura per questo commento.
Lei vive a Viareggio.
G.
E bravo Gabry
scopro un lato di te che proprio non conoscevo
alla mendicante che ora scopro chiamarsi Maria non le ho mai chiesto il nome
Mi vergogno anche un po’…. per essere precisi
mi sono sempre limitata a salutarla sorridendo , imbarazzata,
perché mi sento in colpa di avere di piu’ senza meritarmelo, infine.