Quindici giorni fà un commerciante del centro storico di Lucca, da dietro il bancone del suo negozio, mi ha guardato negli occhi con uno sguardo scorato e mi ha detto: ” Che peccato, ora non c’è quasi più nessuno per le strade. I turisti se ne sono andati. La città sembra avviarsi a passi lenti verso un tranquillo letargo invernale. ” Per tutta risposta gli ho mostrato il migliore dei miei sorrisi e gli ho detto: ” Caro amico, è ora che viene il bello !”.
E sì, è proprio ora, nei mesi invernali, che le più belle città toscane, i borghi e le campagne, mostrano quel fascino discreto e quel non so che di attraente che fa dire al fortunato turista che può permettersi di goderle in questa veste: “Tutta mia la città...” parafrasando un famoso e piacevole refrain di una canzone italiana fine anni sessanta.
Firenze la si gode in ogni stagione, anche se in estate il caldo a volte diventa opprimente. Tuttavia parte di alcuni miei piacevoli ricordi va alle fredde giornate fiorentine. E’ proprio in questi giorni invernali che si può rimanere inebriati dai più spettacolari scorci monumentali che offre questa capitale dell’arte. Finalmente sono visibili in tutta la loro maestosità, senza il turbinio delle migliaia di ammiratori che, come formiche, gli sciamano attorno. Ricordo il “biancone”, ossia la statua del Nettuno della fontana di piazza della signoria, in un gelido inverno del 1996, completamente ricoperto di ghiaccio, come un gigante ibernato. Era fantastico! Peccato non aver avuto una macchina fotografica sottomano. Tornavano alla mente quei saggi di storia dell’arte dove si ricordava quando il divino Michelangelo si era cimentato, proprio in inverno, a scolpire una enorme statua di ghiaccio che poi si sciolse inevitabilmente sotto il sole pochi giorni dopo. Anche l’altro colosso, che si erge sull’angolo opposto del palazzo della signoria su via della ninna, L’ercole e caco, sembra algido sotto i raggi obliqui del sole invernale, ma i suoi muscoli possenti appaiono quasi più tonici e armoniosi che in estate. Alcuni angoli pittoreschi della città si animano di vita all’ora di pranzo, quando si notano molti fiorentini avvicinarsi ai fumanti, vaporosi chioschi dei venditori di lampredotto, la tipica trippa bollita dentro grossi calderoni con le verdure. Viene servita con pepe o salsa verde, sola o in un panino. Le battute dal forte accento locale degli avventori o del trippaio sono il vero condimento di quella particolare ora del giorno. Non c’è “Michelangelo” che tenga al confronto di questa vera vita da vivere e assaporare tutta fiorentina. L’amore poi, quello che ti stringe il cuore, quello passionale, in una città dagli scorci così romantici non si ferma certo in inverno. Anzi, ogni scusa è buona per dimostrarlo e ravvivarlo. Io lo so ! Prova ne sono inoltre le centinaia di lucchetti, simbolo di amore, incatenati sul ponte vecchio o sui lungarni.
Altra Toscana, altro scenario invernale. Pisa e i lungarni in una giornata qualsiasi d’inverno. L’arno che con le sue curve morbide e sinuose scorre verso il mare che si percepisce poco lontano, verso ponente, anche grazie ai gabbiani ed all’aria salsa. I palazzi antichi e moderni che si rispecchiano nell’acqua. Studenti universitari che a passo svelto si muovono verso le proprie classi ove di lì a poco assisteranno alla lezione. Altri, invece, che chiaccherando si godono i pochi momenti di un tiepido sole seduti sui parapetti del fiume. Gente che va e gente che viene, dal mercato, da borgo stretto o attraversa ponte di mezzo per raggiungere la stazione da “tramontana” a “mezzogiorno”. Una fotografia chiara e indelebile nei miei ricordi. E più in là le piazze e “la piazza”: quella dei miracoli; quella che dal 1063 non cambia e immota ha visto passare nelle stagioni calde e temperate milioni di persone provenienti da tutto il mondo ma che ora, in inverno, sembra tirare come un respiro di solievo. Sfavillante di marmi candidi, come sempre, sembra strizzare l’occhio ai pochi che vi mettono piede in questo periodo quasi a dire loro: “Bella he … Ti piaccio ? Sono tutta per te !” . E allora la torre pare inchinarsi ancora di più e riverirti come se abbozzasse un saluto compiacente e particolare, solo per te.
Qualcuno potrebbe chiedermi: ma Lucca d’inverno ? La tua storia è cominciata da lì. Bè per Lucca, la città dove vivo, i ricordi, gli aneddoti e le immagini invernali sono talmente tanti che vorrei dedicargli una pagina speciale. Alla prossima dunque con Lucca d’inverno.
Gabriele
Le belle foto di Pisa sono state scattate dall’amico e collega Bargagna.
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