“Scusi, vorremmo informazioni su Lucca. Vorremmo infatti fondare in Inghilterra una nuova città simile a questa.” Come guida turistica di richieste bizzarre ne ho ricevute molte e di vario tipo, ma questa le ha superate tutte.
Mi è capitato proprio ieri di fare da guida a quattro giovani architetti inglesi. Devo dire che spesso ho nei miei gruppi architetti o ingegneri che per diletto vengono a rilassarsi dalle nostre parti qui in Toscana. Questi invece erano qui per lavoro, e che lavoro! La loro intenzione è infatti quella di seguire l’esempio del famoso architetto favorito del principe Carlo del Galles , Leon Krier, che venne venti anni fa proprio qui a Lucca per poter fondare una città idale ispirata a Lucca. Sono rimasto li per li un pò attonito non sapendo cosa mai avrei potuto dire di così illuminante per ispirare questi signori. La cosa incredibile è che erano venuti sino a Lucca senza alcuna documentazione preventiva, ne storica, ne architettonica. Alla faccia dell’improvvisazione! E noi che qui in Italia per costruire una capanna ci dobbiamo raccomandare a tutti i Santi del Paradiso per poi essere bloccati da un qualsiasi burocrate di turno! Non mi sono comunque perso d’animo e poichè avevo a disposizione solo tre ore per sintetizzare il senso delle stratificazioni storico archittetoniche millenarie di questa città, ho pensato che un giro in bicicletta avrebbe fatto al caso nostro. Quale strumento può essere il migliore a Lucca per rendere la dimensione della città? Le mura, of course! E dopo le fantastiche mura (mai vi saranno da parte mia sufficienti aggettivi per lodare questo incredibile spazio elevato sulla quotidianetà ), un susseguirsi senza limiti di continuità fra le piazze, le chiese, le botteghe, i palazzi, le torri e quant’altro poteva dare il senso dell’unicità di questa città. Al termine della visita ho potuto notare una diffusa soddisfazione che trapelava dalla proverbiale inespressiva maschera facciale britannica dei miei clienti. Tuttavia, una volta solo passeggiando lentamente fra i vicoli cittadini, la vera soddifazione l’ho provata in cuor mio. Ho infatti cominciato a fantasticare pensando per un attimo di quei lucchesi nostri avi, architteti e capomastri che, se è vero che ci guardano ancora da là sù o da là giù, avranno sghignazzato non poco, loro si con aria di sufficenza verso quegli inglesi, constatando ancora una volta che non c’è architetto che tenga per ricostruire a tavolino il loro capolavoro: Lucca.