Nell’ultimo post dedicato al diario del pittore Georg Cristoph Martini ho citato, come suo giovane probabile allievo, il valente pittore lucchese Gerolamo Pompeo Batoni. Batoni fu, senza ombra di dubbio, il più celebrato e famoso pittore italiano di ritratti e soggetti allegorici della fine del XVIII secolo.
Nato a Lucca il 25 gennaio del 1708, morì a Roma nel febbraio del 1787.
Fu Roma, la città eterna, il luogo dove si perfezionò nell’arte della pittura e dove ricevette fama, onori e certamente notevoli entrate di danaro, viste le pressanti e numerose richieste di quadri da eseguire che ricevette – sempre nella sua bottega di via del Leone – da nobili, principi e facoltosi mercanti nazionali e internazionali.
Nell’atelier, molti suoi allievi di bottega si davano da fare a seguire gli insegnamenti del maestro e a soddisfare, come in una catena di montaggio, le richieste di nobili e mercanti che, entusiasti di aver ammirato una determinata opera eseguita dal maestro e divenuta di grido, ne richiedevano una copia. Il soggetto prescelto poteva essere eseguito direttamente dalla mano del Batoni sborsando una notevole cifra, oppure una cifra inferiore se eseguito dalla mano dei suoi allievi.
Ed è proprio di questa tipologia di quadri Batoniani che ora vi vorrei parlare. Perché?
Correva l’anno 1982 e assieme a babbo e mamma facemmo un viaggio in Inghilterra per rivivere le incantevoli atmosfere che avevamo già vissuto anni addietro nelle campagne del Sassex a Lewes. Tuttavia, una escursione a Londra non poteva mancare e tantomeno una passeggiata in visita alle sale della National Gallery.
È noto che alla fine di una visita del genere anche il più appassionato cultore dell’arte si sente quanto meno disorientato, dopo aver visionato migliaia di tele dei più grandi maestri del mondo. Tuttavia, quasi alla fine, mio padre voltò lo sguardo verso una tela e disse: “Gabri. Guarda un po’ lì. Lo riconosci? “. Rimasi a bocca aperta. Era lo stesso dipinto che avevamo appeso in salotto. A dire il vero il nostro era, ed è tuttora, assai sciupato. A detta di mio padre, uno sciagurato maldestro restauratore, nel tentativo di ripulirlo, gli aveva tolto tutte le velature di colore ad olio lasciando in evidenza le figure che risultano essere alla vista quasi un monocromo… ma tant’è.
Avevamo un Batoni?
Nel catalogo della mostra “Pompeo Batoni. L’Europa delle corti e il Gran Tour” – che si tenne a Lucca nel 2008/2009 – le vicende che portarono alla realizzazione nel 1747 di questo quadro sono ben descritte. Fu il nobile Giovan Battista Talenti a commissionarlo come opera originale, non di storia né di mito classico, ma di puro estro e fantasia dell’artista. Pompeo, a quanto pare, ci teneva molto a sottolineare questo aspetto.
Il soggetto viene descritto nel catalogo come l’allegoria del tempo che ordina alla vecchiaia di sciupare la giovinezza. Seduto su una pietra, all’interno di una grotta che fa intravedere sullo sfondo un panorama silvestre, c’è un angelo alato dall’aspetto di vecchio canuto. Tiene in mano la clessidra, segno del tempo trascorso inesorabilmente. Con l’altra, indica una fanciulla. Al suo fianco, una vecchia che protende la mano verso il viso della ragazza come a voler, con quel gesto, far sfiorire la sua immacolata bellezza.
Il catalogo non fa menzione di alcuna replica. E invece, oltre al quadro di nostra proprietà, la mia professione di guida turistica lucchese mi ha portato a trovare l’altro quadro che fa pendant con questo: “La Lascivia”. Si trova precisamente nella camera con alcova posta al piano terra di Villa Torrigiani a Camigliano. Quello che faceva coppia con il dipinto della National Gallery si trova invece all’Hermitage di San Pietroburgo.
Si evince quindi che il successo dei due soggetti qui a Lucca fu strepitoso tanto da commissionarne altri due, forse realizzati da allievi o forse dallo stesso Batoni.
Una piacevole scoperta casalinga quindi. Ma credete siano finite qui le sorprese che riservano i quattro muri di casa mia? Certo che no! Ma credo che il prossimo passo, comunque, sarà assai più leggero. Mi addentrerò in un altro campo del sapere e altre storie che riguardano la bella terra di Lucca. Seguitemi per scoprirlo!
Gabriele