Cosa avrebbe detto la giovane Elisa Bonaparte, Principessa di Lucca, Massa e Piombino, sorella minore del famoso Napoleone, se avesse saputo che a Lucca, dopo circa due secoli, si sarebbe parlato di lei in TV? E grazie a cosa? Alle campagne militari? Alle riforme economiche o sociali arrivate coi cannoni sulla scia della rivoluzione francese? No, miei cari signore e signori. Il tema è assai più leggero, anzi, oserei dire “fragrante”.
Se ciò è avvenuto lo si deve alle piante e ai fiori introdotti a Lucca e poi in Toscana dalla rivoluzionaria e geniale volontà di questa giovane e potente donna moderna. Proprio giovedì scorso, 21 febbraio, si è parlato vivacemente davanti ad una telecamera di tutto questo nelle sale di quello che fu il teatrino di corte nel Palazzo Ducale di Lucca.
La TV toscana Canale 50 e il circolo Mazzei della Pisaniana lo hanno reso possibile.
Erano ospiti per l’associazione Napoleone ed Elisa: da Parigi alla Toscana la Dottoressa Martinelli, la Signora Giurlani, il professor Paolo Emilio Tomei – docente di botanica all’università di Pisa – e il sottoscritto Gabriele Calabrese per il consorzio turistico Turislucca.
La passione e l’amore per la storia espressi dai partecipanti al dibattito hanno messo in evidenza in maniera vivace e controversa questo tema così intrigante e, al tempo stesso, così poco conosciuto. Pochi sanno che Napoleone, sulla scia delle scoperte scientifiche e geografiche illuministe, ideò nel 1800 una spedizione che portò due brigantini francesi sino in Australia dove una équipe di naturalisti prelevò numerose specie di piante ed animali per portarli, mesi dopo, in Francia. Da qui, alcune specie di piante profumate oggi considerate comuni come il glicine, la mimosa australiana, il platano e l’albero dei tulipani si diffusero in molti paesi europei, suscitando l’ammirazione di tutte le classi sociali, grazie alle conquiste militari di Napoleone in tutta Europa.
Sino ad allora, infatti, solo una ristretta cerchia di eruditi e nobili avevano avuto il privilegio di piantare ed ammirare specie botaniche rare ed esotiche. Le coltivavano con gelosa cura maniacale e raramente le scambiavano o le cedevano ad altri. Le piante e le specie rimanevano così confinate nei giardini “segreti” di pochi.
Il piccolo stato della repubblica di Lucca non faceva eccezione. Ne sono testimonianza alcuni passi del diario del tedesco Georg Cristoph Martini, viaggiatore, pittore ed erudito che, ospite della oligarchia mercantile locale, più volte descrive i giardini privati delle case e delle ville della nobiltà lucchese: “Ci recammo anche alla proprietà dove il signor Giacomo Prenzi possiede una bella villa con un vago giardino. Nel giardino dei Fiorentini (ndr Francesco Maria Fiorentini) si trovano alcune piante rare come la “serpentaria major” il cui tronco è grosso come un braccio e a scacchi come un serpente: il suo frutto somiglia ad un “membrum” canino. Vi crescono anche l’albero del pepe, le canne spagnole ed altri arbusti.”
Nel dibattito televisivo si è parlato invece di alcune specie introdotte e diffuse in Toscana dalla giovane Elisa dal momento in cui divenne proprietaria della bella villa Orsetti, poi denominata Villa Reale di Marlia. Il parco della villa, che venne creato anche grazie all’annessione di altri giardini di ville adiacenti (come quella ad esempio del vescovo Guinigi), divenne l’incubatrice di molte specie di alberi e piante. Prima – e “regina” fra tutte – la camelia che fu introdotta importandola direttamente dai giardini della reggia di Caserta per essere poi distribuita ampiamente in tutte le altre ville. Ancora oggi, ogni anno, in lucchesia ed in particolare nel territorio di Capannoni, vengono esibite grazie al Festival delle Camelie nella zona delle colline di Sant’Andrea di Compito.
L’altro luogo che venne creato per destinarvi nuove specie fu l’orto botanico, realizzato nello spazio aperto interno alle Mura, presso il baluardo della Libertà, dove prima si giocava al calcio. Una naturale estensione di questo giardino botanico, che è da considerarsi dopo quello di Pisa il più antico della Toscana, furono le stesse Mura urbane. Sopra di esse, una volta trasformate in promenade e non più in struttura difensiva, si cominciarono a piantare nuove specie di alberi: ippocastani, alberi dei tulipani, cedri del libano, tigli, magnolie. Alberi mai visti sino a quel momento dal popolo lucchese. Alberi che, in alcuni casi, al momento della fioritura rilasciavano nell’aria piacevoli fragranze odorose.
E’ stato tutto ciò che ha ispirato le signore presenti alla trasmissione ad ideare un itinerario olfattivo che si snoda per le vie della città di Lucca e tocca i luoghi come le Mura o i giardini privati e pubblici dove queste specie di alberi e piante sono ancora presenti, visibili e … “annusabili”.
Non solo, le signore intervenute hanno anche ideato a palazzo Ducale, nello spazio che ospitava il teatro di corte di Elisa, una mostra dal titolo “Il naso e la storia”. La mostra ripercorre, grazie ad immagini di stampe e dipinti dell’epoca napoleonica, le tappe che hanno portato a quanto ho descritto.
Il tocco speciale che questa mostra possiede è dato dalla brillante idea di porre, in ogni ambiente, dei vasi in vetro contenenti le fragranze che hanno caratterizzato la vita e la storia delle due sovrane lucchesi che si sono succedute l’una all’altra: Elisa Baciocchi Buonaparte e Maria Luisa di Borbone. Si possono così annusare, da una parte, il mirto della Corsica, gli agrumi delle serre fiorentine di Boboli, l’uva della costa toscana e, dall’altra, l’incenso delle chiese lucchesi, il salmastro della costa viareggina, il giglio del simbolo borbonico.
Una immersione dei sensi nella storia Toscana, e più in generale europea, della prima metà dell’Ottocento.
E Turislucca cosa c’entra in tutto questo?
Eccome se c’entra! Siamo noi che, ispirati da questa bella storia del senso dell’olfatto, abbiamo ideato dei tour guidati dalle nostre migliori guide specializzate. Grazie all’iniziativa Look out Lucca ogni sabato pomeriggio, da marzo a ottobre, è possibile visitare il parco della Villa Reale di Marlia, recentemente restaurato e godere così delle storie e degli aneddoti legati ai personaggi illustri che la hanno resa oggi un luogo di fascino e bellezza.
Onore a Elisa e Maria Luisa quindi. Due donne forti che hanno cambiato in meglio con la loro volontà e le loro riforme una antica città stato ancorata nel passato come era Lucca.
La vivace trasmissione televisiva ha così favorito, speriamo, la divulgazione di questa “fragrante” storia giunta intatta piacevolmente sino ai nostri giorni.