Oggi è un martedì invernale e come il venerdì, seguendo le indicazioni della migliore tradizione cattolica, sarebbe giorno di magro, ovvero il giorno della penitenza e delle privazioni. Dopo il concilio di Trento, la chiesa cattolica controriformista vietò il consumo della carne nei giorni del martedì ed in particolare del venerdì che anticipava le festività religiose del fine settimana. Il pesce quindi fu l’unico piatto “di magro” ammesso sulle tavole dei cattolici. Ai nostri giorni ogni giorno è uguale a quello precedente e a quello che verrà. Tuttavia questi antichi precetti, che sono comunque la base per una sana diversificazione alimentare settimanale, sono ormai rimasti una tradizione che ho fatto mia, più che per l’antico significato religioso per un moderno, laico stile di vita. Il pesce quindi sulla mia tavola anche in inverno. E’ vero; come ho già scritto, fuori fa freddo e ci si ritempra con i favolosi prodotti che ci offre in questa stagione la nostra “madre” terra toscana. Ma dobbiamo ricordare che la nostra Toscana, fortunatamente, è bagnata dallo “zio” Tirreno, che a sua volta è figlio del “nonno” Mediterraneo. Io però, usando un lessico locale forse non adatto agli accademici della lingua italiana, mi sdilinguo o mi sgiuggiolo ammodo ammodo quando sogno e penso al caldo dell’estate, ai bagni, agli ombrelloni e alla spensieratezza che l’estate porta con se. In particolare la nostra bella striscia di spiaggia, la “nipotina “Versilia” (così la famiglia è al completo !), che si trova in quella fascia di terra fra le Apuane e le placide ondine del mare dove l’accento viareggino si contrappone al fortemarmino o pietrasantino.
Poichè i ricordi sono legati ai sensi, l’ora del pranzo o della cena io li lego a ciò che di azzurro e buono può regalarci questo mediterraneo: Il pesce azzurro di paranza. Dite voi “ma ora è inverno”. E che vuol dire ? I ricordi mi assalgono ? E io li esorcizzo preparando un piatto semplice e quanto mai gustoso che a me ricorda il mare, il caldo e la Versilia: i pesciolini di paranza gratinati al forno.
Le varietà di pesci che mi accingo a preparare sono semplici da trovare nei mercati o persino nei supermercati. Nasellini, trigliette di sabbia, acciughe, passerine, gallinelle e quant’altro non abbia raggiunto una misura superiore ai 15 cm. La ricetta è di una semplicità sconvolgente e il risultato è garantito anche per le chiocche dure nemiche del fornello.
Tempo di preparazione 15 minuti. Cottura in forno 20 minuti circa. Ingredienti: pesciolini di paranza puliti, due o tre cucchiai di ottimo olio extravergine di oliva, due ciuffi di prezzemolo, uno spicchio di aglio, un peperoncino piccolo, pangrattato a grana grossa o pane grattato giallo già dorato, sale, se lo si desidera mezzo bicchiere di vino bianco secco di discreta qualità.
Fare un battuto del prezzemolo, dell’aglio, del peperoncino e mescolarlo al pangrattato con una presina di sale. Prendere una pirofila da forno delle dimensioni adatte a contenere i pesciolini in fila, uno accanto all’altro e non sovrapposti. Dopo aver oliato il fondo della pirofila, impanare i pesciolini già puliti e lavati nel composto di pangrattato, disporli nella pirofila e irrorarli a filo con due cucchiai o di olio. Mettere nel forno a 280° . Dopo circa dieci minuti circa di cottura, chi lo vorrà potrà bagnarli con il mezzo bicchiere di vino bianco e tirarli fuori dopo altri dieci minuti più o meno appena il pesce sarà cotto. Se non si irroreranno con il vino il risultato finale sarà che avremo un pane più croccante poichè più tostato con un pesce leggermente meno “profumato”.
Che dire, buon appetito e buoni bagni invernali “immaginari” di sole e di mare.
Per Turislucca
Gabriele Calabrese
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