Turislucca

Itinerari lucchesi: L’ultimo leone dell’anfiteatro di Lucca

P1020364Trovandomi nella centralissima via fillungo, nei pressi della chiesa di san Frediano, non so dire quante volte mi è capitato di sentirmi chiedere da un disorientato turista: “Scusi, mi saprebbe indicare dove si trova l’anfiteatro romano ?”.  Semplice richiesta esaudibile con facilità da parte di un qualsiasi lucchese. Comprendo tuttavia la perplessità del turista quando gli viene indicato un edificio che dall’ esterno tutto può sembrare, meno che  le vestigia di un monumentale anfiteatro del I o II sec. dopo Cristo . Pochi sanno che a Lucca trovarsi di fronte ad un sobrio palazzo rinascimentale o tardo gotico, significa trovarsi il più delle volte, né più né meno, come di fronte a dottor Jekyll e mister Hide. Due o più realtà distinte nello stesso corpo. In questa città è spesso più interessante vedere ciò che sta dietro l’apparenza del visibile per indagare più a fondo l’esistenza a volte dell’ inimmaginabile. Si potranno così scoprire con piacevole sorpresa, luoghi e cose di incredibile fascino nascosti ai più.  Per quanto riguarda l’anfitetaro di Lucca, il visitatore, mettendo da parte l’ isitintiva naturale diffidenza e perplessità per l’indicazione ricevuta, dovrà inoltrarsi lungo una stretta, buia, viuzza torta, dove si affacciano trattorie e allettanti salumerie piene di golosità locali.  Torta? O meglio dire, storta? Perchè l’edificio ha preso questa strana forma ? Era così lineare, così prevedibile lungo la via principale ! Due passi indietro, uno sguardo verso l’alto e appaiono in  tutta la loro evidenza archi in calcare bianco e mattoni soffocati dall’intonaco: eccolo l’anfiteatro romano, se ne intuiscono le forme, se ne vedono i resti !” Che delusione”, sentiamo  commentare  dal nostro visitatore frettoloso. Lo so, lo so.  Voi vi aspettavate un “Colosseo”.  La eco della folla che reclama come una sola voce le sue vittime sacrificali,  i ruggiti di leoni o le urla strazianti dei martiri cristiani. Ma quando mai ! Una città che si rispetti cambia ciclicamente le sue forme ed  ha quindi adattato gli edifici più grandi alle esigenze dei suoi tempi.  Le cronache odierne lo avrebbero certamente definito un “ecomostro”.  Un tale “bestione” di edificio, inserito in un contesto urbano in rapida crescita, dal medioevo sin allo scorcio del XIX secolo, non poteva rimanere a lungo inutilizzato. Del resto Russel Crowe (il Gladiatore per antonomasia) con tutti i suoi agguerriti compagni già nel quarto secolo si era ritirato in pensione. I leoni, povere bestie, erano stati tutti massacrati e non se ne trovava più  uno nenache ad offrirgli tutte le sere bistecche nel filetto.  Per quanto riguarda il martirio dei cristiani poi, una vera fregatura. La maggioranza dei romani si era convertita al cristianesimo. Non c’era più divertimento! Ecco perchè ci ritroviamo oggi questo anziano anfitearo che sfoggia ancora con orgoglio, una dopo l’altra, tutte le sue vicende trascorse lungo l’arco di più di duemila anni. Anfiteatro, fortezza militare longobarda, prigioni, stalle , case, negozi, magazzini, mercato generale, ecc. ecc. . Comunque, caro il mio visitatore, per sorprendersi ancora una volta, le assicuro che basta fare pochi passi, girare l’angolo di un grande arco di marmo e ….entrare nella macchina del tempo ! Qui  si rivela in tutto il suo fascino una delle piazze ottocentesche più belle d’Italia. La piazza dell’ anfiteatro di Lucca. Una piazza ellittica,  armoniosa per il geniale compromesso fra funzionalità e storia ideata nel 1830 dal semi-sconosciuto architetto regio Lorenzo Nottolini.

Entro anche io nell’ “arena”. Ci entro spesso con i miei turisti. Ci entro da solo quando la piazza è vuota  e  credo sia solo mia.  E’ allora che mi è capitato di chiudere gli occhi per pochi attimi.  Mi è sembrato di sentire lontane le voci dialettali delle umili donne che la domenica invitavano i passanti a giocare a tombola sopra i legni dei carri vuoti di mercanzie. Da un altro canto poi è emerso, sovrapponendosi alle prime, il richiamo di un venditore di sementi, poi gli zoccoli di un cavallo che entra, poi dal basso le grida sommesse di un uomo alle catene, poi da non lontano, nitido…il ruggito di un leone.  Apro gli occhi e sono solo. Ma il leone dov’è? So che c’è ! Un cinquantenne con aria giovanile affacciato ad una finestrella che da sulla piazza deserta mi sorride. “Scusi lei” , “Dice a me?” rispondo io quasi frastornato dal breve sogno ad occhi chiusi “Si proprio lei; la vedo e la ascolto spesso con i suoi turisti. Fa la guida turistica, vero ?”  Rispondo con un cenno di assenso. “Cerca forse un leone ?” Spalanco gli occhi e sorrido fra l’incredulo ed il diffidente.  ” Io ce l’ho un leone; ce l’ho in casa proprio qui dentro. Venga a vedere”. Giro l’angolo e salgo una stretta e lunga rampa di scale che pare modellata sull’enorme scheletro dell’antico anfiteatro. L’appartamento  e piccolo ma pulito e variopinto. D’un tratto vedo la bestia con la folta criniera, esiste davvero e…certo non mi spavento. Un leone in puro stile romanico in pietra arenaria incastrato a mezzaria nel muro di casa, spalanca le sue fauci immobili come a difendere la proprietà. Cosa ci faccia lì quel bel pezzo di antiquariato è un mistero, ma una cosa è certa: eccolo,  ora lo so,  è lui l’ultimo di molti che furono, il fiero leone dell’ anfiteatro romano di Lucca!

Gabriele Calabrese

3 commenti a “Itinerari lucchesi: L’ultimo leone dell’anfiteatro di Lucca

  1. Questo articolo è bellissimo! Adesso mi ci metto a leggerli tutti! Anch’io scrivo sulla Toscana, però in inglese, per i turisti. Anch’io tra turismo e fotografia cerco di guadagnare da vivere e allo stesso tempo far ciò che mi piace. Facciamo sacmbio link e semmai facciamo un contatto su Facebook. A presto, Adriana.

  2. Grazie Adriana. Volentieri, possiamo tenerci in contatto su fb. Fai però un riferimento al Blog, altrimenti non ti accetto come amica. Su fb c’è di tutto e di tutti ! A presto. Gabriele

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