Un grigio e uggioso pomeriggio di pioggia invernale. Nessuna notizia frizzante su facebook. Nessun turista all’orizzonte. I quadri di pompeo Batoni che sonnecchiando nel palazzo pubblico si coprono di polvere. In pratica niente di nuovo sul fronte “nord occidentale”. Squilla il telefono e la voce di Lia, una mia collega della Turislucca, mi dice: “Vuoi venire con me a palazzo Tucci, in centro, a vedere come è fatto. Ho l’appuntamento con la padrona fra venti minuti ?”. “Why not ?”; penso io. ” Ci vediamo lì di fronte al portone”. Palazzo Tucci è uno dei tanti bei palazzi del centro storico. Uno di quelli che vedi da fuori per la sua imponenza o eleganza e che la curiosità ti fa pensare: “Caspita che bello. Chissà come è dentro!” Edificato dalla nobiltà oligarchica della repubblica di Lucca e rinnovato nel tardo settecento da architetti locali, è a tutt’oggi di proprietà della stessa famiglia che lo ha tramandato di generazione in generazione. Oggi Lucca è turistica e anche i nobili, con lineare pragmatismo, si adeguano al nuovo mercato. Palazzo Tucci è una residenza d’epoca di alto livello dove vengono affittate sei camere per ospiti esclusivi. La signora Tucci è una donna gentile ed ospitale con un forte accento emiliano. Si vede che i lucchesi in passato hanno voluto investire anche nella pianura padana ! L’accesso al plazzo è inconsueto per una dimora lucchese. Una loggia in stile barocco con colonne bianche, introduce ad una ampia scala laterale. Il colore dominante è il giallo delineato da modanature in stucco bianche.
Entrando nell’antica dimora appaiono, uno dopo l’altro, i caratteri tipici della casa patrizia lucchese: Cotto sui pavimenti, sale e salette decorate ad affresco, ed un salone con mobili del settecento e due enormi quadri raffiguranti scene classiche ed eroiche all’interno di pesanti cornici a stucco bianche.
Una casa importante e di stile. Un prodotto per conosseurs, potremmo dire. Tuttavia è strano costatare quanto sia difficile per la padrona (da sempre abituata a vivere questa dimora come una casa qualunque) delinearne i contorni storici e persino le origini della famiglia. Un anno fa un funzionario dell’Archivio di Stato, aveva prelevato tutti i documenti di famiglia, concessi per volere dei Tucci a fini di studio. Del resto per esplicita confessione della padrona di casa, la sua professione è quella di biologa, e non di storica dell’arte. Un pò frustrante come risposta. Ecco perchè, appena usciti dal palazzo, ho fatto a Lia una proposta lì su due piedi. Perchè non…andiamo in archivio di stato ?
Per chi non abbia mai messo piede nell’Archivio di Stato di Lucca, questa è una delle esperienze più affascinanti che un amante della storia possa fare. Ci ho vissuto un anno e mezzo e credetemi, per il sottoscritto è stata una palesta di ardimento per la mente e per lo spirito. Il Dottor Nelli, archivista, ci ha accolto a braccia aperte con la sua consueta cortesia. Senza problemi ci ha mostrato come aveva momentaneamente ordinato il fondo Tucci. Straordinario ! Centinaia di pergamene datate dal XIII sec. al XV sec., e filze e filze di documenti che erano confluiti da parte di altre casate fra le quali i potenti Buonvisi. Musica, testamenti, mappe di case e terreni, inventari, e ….pezzi di vita quotidiana di altri tempi. Come in un commento di un documentario storico, la voce appassionata di Nelli, delineava la vena imprenditoriale di questa famiglia mercantile. I traffici fa “Bruggia” e Lione, la vendita di proprietà e la fortuna amministrata da oculati religosi di famiglia. Altro che documentario. “E’ un FILME !!!” direbbero i lucchesi. Dopo circa un ora ci siamo salutati con la speranza di tornare a scartabellare ancora fra le vecchie carte, consapevoli, io e Lia, di esserci arricchiti ancora un pò dell’incredibile patrimonio documentario della nostra piccola città facendolo rivivere almeno per un giorno. Evviva la giornata uggiosa !