Evviva la torre di Pisa che pende, che pende e che non casca giù. Forse qualcuno si ricorda il famoso ed antico motivetto che ricordava l’incredibile pendenza della torre senza che questa cadesse mai. Chi mai, d’altro canto si è augurato che la famosa torre cadesse (livornesi e lucchesi esclusi si intende)? Ma i fiorentini, che diamine !Come faccio ad affermarlo ? Ho le prove visive e ve le mostro!
Qualcuno senza dubbio ricorderà il famoso pittore, Benozzo Gozzoli, che in pieno rinascimento 1459 affrescò la cappella detta dei Magi, nel palazzo Medici Riccardi a Firenze. Grazie allo strepitoso successo di quell’esperienza e grazie alla sua crescente fama, il maestro fiorentino dopo alcuni anni si trasferisce a Pisa.
Qui per ben sedici anni lavorerà agli affreschi del Camposanto.
Avrebbe dovuto esser grato a Pisa di tanto onore e di tale remunerativa commissione.
Eppure nell’affresco, dove viene narrata la distruzione di Sodoma e Gomorra, si nota sullo sfondo della città che presenta edifici rinascimentali, un particolare curioso: La torre di Pisa che crolla !
Il particolare che mostro si trova nel Museo della Cattedrale ed è tratto dalle stampe del Lasinio, che riprodusse le scene affrescate del Camposanto Monumentale.
Perchè tanta inriconoscenza nei confronti della Primaziale pisana ? Forse le vicende politiche fra le due città volgevano nuovamente al brutto ? O forse era un ammonimento voluto dagli stessi committenti nei confronti di una città che, anch’essa toccata dalle vicende savonaroliane, doveva imparare da tali catastrofi bibliche quale fosse la giusta morale da seguire ? Del resto gli affreschi realizzati nel Camposanto nei secoli precedenti, avevano proprio questo compito educativo e di ammonimento oltre che di “memento”. Va ricordato inoltre che Benozzo, nel 1447 è aiuto dell’ Angelico nel Vaticano e ad Orvieto.
Comunque sia, qui sta la prova, e godano i livornesi ed i lucchesi tutti.
Gabri