Le riflessioni sulle trattorie che ho pubblicato ieri su questo blog, mi hanno fatto venire in mente un altro saporino antico al quale mi aveva avvezzato mia nonna. Le chiocciole in umido. Le andavamo a cogliere assieme ai miei cugini, d’estate, dopo un forte temporale, e ci divertivamo un sacco. Il processo per farle spurgare era lungo, ma il risultato finale sublime.
Lo so, molti storceranno la bocca e, se mai si fossero fidati delle indicazioni di ieri sulle trattorie , ora non seguiranno più le mie indicazioni. Niente di più sbagliato. Quella delle chiocciole al sugo o in umido è una delle tradizioni locali più antiche.
Il problema è: dove si possono assaggiare ? Una volta esistevano molte trattorie nelle campagne lucchesi che preparavano questo prelibato manicaretto. Anche a Firenze la tradizione c’è. Me lo ha detto il padrone dell’antica trattoria “de i Cambi”. Era caldo, la serata era piacevole, i clienti satolli delle enormi bistecche alla fioentina ingurgitate poco prima, ed io ero seduto accanto a lui sullo scalino del locale. “Ma le chiocciole, voi le mangiate?” ” Eccome se le mangiamo! Pochi mesi fa il mio cuoco me le ha fatte trovare. Ma per i clienti è impossibile!Quanto la dovrei far pagare una chiocciola cercata a mano dopo una giornata di pioggia?” Saggia domanda che non trovò risposta.
Ricordo comunque una trattoria nei pressi di Guamo, a Massa Macinaia, poco dopo l’acquedotto, che le faceva buone e piccanti, con il peperoncino come piacciono a me.
Qualcuno conosce altri posti dove oggi si possono mangiare?
(Messaggio inviato come in una bottigliaq in mezzo al mare nella speranza che la persona giusta lo raccolga.)La prossima volta vi scrivo la ricetta della mia nonna. E’ una promessa!
G.