E’ proprio vero che paese che vai…regista che trovi ! Questo giornalista e regista serbo ha un modo di lavorare frenetico. La frenesia di filmare tutto, senza sosta e senza un filo storico e culturale che descriva ciò che riprende, mi ricorda i programmi di qualche tempo fa molto populistici di Osvaldo Bevilacqua, l’omino con i capelli rossi. Una scarrellata di immagini farcite di folklore, stereotipi consolidati nell’immaginario colletivo del territorio che si descrive e poca fantasia. Il paessaggio toscano e gli agriturismi sono il suo tormentone; arte zero, cibo tanto. Capisco dall’altro lato che un turismo forse emergente come quello serbo, abbia bisogno di certezze e stereotipi. Forse però, ciò è dovuto anche alla poca conoscenza della Toscana del giornalista che peraltro non fa che ripetermi che è laureato a Milano a Brera in arte (io credo sopratutto laureato in artega …), che conosce perfettamente il suo lavoro e che ha vinto premi.
Non il massimo quindi ma…tutto fa brodo. Per favorire la fantasia dei turisti in arrivo, un giorno forse riusciremo anche a modificare un angolino della lucchesia in una novella “Val d’Orcia” . Basterà spianare qualche collina troppo alta, piantarvi un cipresso isolato e poco più in là coltivare un piccolo appezzamento di girasoli di plastica (tanto non se ne accorge nessuno) e op là, il gioco è fatto: under the tuscan sun !
G.