Chi di noi non è andato in gita scolastica alzi la mano. Nessuno la vuole alzare, vero? Ci siamo andati tutti, e tutti ci siamo divertiti spensieratamente. Oggi,come guida turistica sono dall’altra parte della barricata o “del muro” ( citando la nota canzone dei Pink Floid ). Certo so di non essere stato uno studente modello, ma nenache un teppistello sguinzagliato per l’Italia a distruggere alberghi, turbare la quiete pubblica, danneggiare opere d’arte o capace di tramutarsi in uno zombi notturno.
Purtroppo oggi sono testimone di situazioni di questo genere. Non tutti gli studenti per fortuna, dalle elementari alle superiori, hanno queste deleterie caratteristiche, anzi molti sono veramente in gamba è fanno sperare anche in un futuro migliore.
Tuttavia il problema esiste ed oggi, era del turismo per tutti, da pertutto (ovunque) ed in ogni stagione, le masse studentesche in movimento in primavera da una città d’arte all’altra, sono una realtà da considerare a livello di dinamiche di qualità, compatibilità e impatto del turismo con queste città.
Fa notizia la richiesta del comune di Venezia al ministro dell’istruzone Fioroni, di stagionalizzare la maggioranza delle gite scolastiche nella città lagunare nel periodo invernale. La risposta è stata sconfortante, in quanto il ministro ha laconicamente dichiarato che il settore turistico non è di sua competenza e le scelte di questo tipo sono da imputarsi all’autonomia delle singole scuole. E’ proprio vero che noi italiani non riusciremo mai ha fare sistema!
Molti poi, per le motivazioni che ho enunciato all’inizio, dubitano della necessità della gita scolastica a scopo didattico. Qui forse posso dare la mia opinione in base all’esperienza che ho fatto in questi anni di lavoro come guida turistica. Credo fortemente nella utilità e quasi necessità delle gite scolastiche per i nostri studenti.
Per molti studenti italiani è una delle poche occasioni per poter verificare con i propri occhi la straordinaria riccheza del nostro paese nelle sue diversità. Poter paragonare le qualità e i difetti di un territorio visitato rispetto al proprio, nei suoi aspetti non solo artistici, ma sociali, economici e culturali.
Che passione ho potuto ascoltare da studenti del aimè ben noto quatiere napoletano di Scampia, l’ interesse per, la vita, la belezza e la speranza per un futuro migliore, incredibilmente e magicamente filtrata dalla loro scoperta nella storia e nell’arte dei monumenti artistici della mia città!
Che bellezza vedere gli occhi attenti di bambini cercare di capire l’importanza delle leggende di una città antica in relazione alla vita di persone vissute secoli e secoli passati.
E molti altri esempi potrei citare anche entrando in particolari ricordi che mi hanno avvicinato a questi giovani che, come spugne, più o meno tutti, hanno assorbito alcune forse solo alcune gocce, di questo immenso patrimonio che è l’Italia.
E’ giusto quindi che inostri ragazzi conoscano il loro paese; ciò che ci si deve chiedere è come, quando e con quali modalità. I professori (categoria per altro rispettabile), spesso disattenti e a volte impreparati, sono coloro che per primi si dovrebbero porre questa domanda.